Le sculture di sapone…
Pensavo di averle sepolte per sempre in un angolo remoto della memoria ed invece eccole di nuovo qui, un incubo della mia infanzia tornato proditoriamente alla ribalta.
Non sto esagerando. Ve lo ricordate il volume quattordici della enciclopedia per bambini I Quindici? Era il mio preferito, l'avrò letto e riletto fino a consumarlo. Fare e costruire si intitolava. Affascinante: deve essere stato allora che ho subliminalmente deciso che avrei fatto l'ingegnere.
Ma voi, voi che avete tenuto in mano un volume quattordici, siete mai riusciti a fare e costruire qualcosa? Io no!
No, non è vero, adesso sto esagerando. Qualcosa sono riuscita a realizzare persino io: le marionette fatte con il sacchetto del pane, i biglietti di auguri a puzzle, le tartine variegate… Ma la maggior parte delle proposte, anche quelle senza l'inquietante simbolo 'chiedi aiuto', sono sempre state inavvicinabili.
I mobili fatti con i rocchetti (quelli di legno, che ai miei tempi non esistevano più), i vestiti per le bambole (dove lo trovo panno, filo, ago e forbici, che la mamma li tiene fuori dalla mia portata dopo che ho distrutto il mio abito migliore cercando realizzare il completino da pattinaggio?), gli spuncioni per infilzare i foglietti (poco funzionali se realizzati con carta e spillo da cucito invece che con compensato e chiodo; ma in fondo, chi ha mai sentito il bisogno di uno spuncione?)... e le sculture di sapone!
Me le ricordo ancora, quelle pagine: tentavano di convincerti che avresti potuto scolpire una tartaruga nel sapone. Bastava una saponetta, la carta carbone per disegnare la sagoma, e un coltello affilato per intagliarla. Non sembrava difficile, a vedere le figure, ma ricordo di aver sbriciolato diversi saponi nel tentativo di realizzarla. Da allora odio le tartarughe e le saponette.
Quando ho provato a realizzare la scultura di Ysaahi, mi è sembrato di fare un salto indietro nel tempo: sono cresciuta, ho la tecnica, la forza, la precisione e gli strumenti più adatti eppure, anche questa volta, l'unico risultato ottenuto è stato quello di polverizzare una innocente saponetta.
Ne avevo pronte diverse, per fare più tentavi, ma il ricordo improvviso dei tempi passati mi ha fatto capire che non ce la potevo fare, così le ho risparmiate: che tornino felici a fare le saponette.
Consegno alla storia una foto del campo di battaglia dove è avvenuto l'ultimo scontro tra me e le sculture di sapone, ed una sfuocata immagine della scultura di Ysaahi (credeteci, è una pergamena con scritto sopra 'A Ridge'). per quanti sforzi io faccia, si rifiuta di mostrarsi al pubblico in una foto di qualità accettabile: dove si dimostra che lei, la scultura, ha molta più decenza di me!
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