Cadetto YSAAHI

matricola numero 17

STIC Academy New Adventures
è un gioco di ruolo dello STIC Star Trek Italian Club




BOLLICINE


Diario del Capitano, data astrale 0905.22

Dopo tante avventure, non avrei mai creduto che una cosa semplice come un convegno potesse entusiasmarmi a tal punto, e invece… La Voyager è stata scelta per ospitare l'annuale Convention dello S.T.I.C. e io sono orgogliosa - emozionata ed orgogliosa - all'idea di avere a bordo gli esponenti dello "Starfleet Technology Intelligence Command", i loro ospiti e i tanti simpatizzanti. Sono certa che l'intero equipaggio condivide la mia gioia e si farà in quattro perché ogni cosa proceda nel modo migliore.

Diario del Primo Ufficiale, data astrale 0905.26

Ancora un altro convegno, ancora la nave invasa da estrosi personaggi che faranno di tutto per farci uscire dai gangheri: bambini in vacanza, ecco come si riducono. L'ultima volta ne abbiamo quasi persi tre che giocavano a nascondino nelle gondole di curvatura. Per fortuna gli uomini dell'equipaggio sanno cosa ci si aspetta da loro: ho visto la squadra molto motivata alla riunione di oggi. Devo ricordarmi di tenere d'occhio un paio di elementi che appaiono più rammolliti della media. E quella cadetta denobulana… spero di non dovermi pentire della fiducia che le ho accordato.

Diario del comandante Torres, data astrale 0905.26

Lo sapevo, lo sapevo che non avrei dovuto parlare troppo bene di Ysaahi con Chakotay. Mi scappa una lode di troppo e lui che fa? La integra nel comitato organizzatore della Convention. E per cosa poi? Fare la balia a quegli insopportabili ospiti. Proprio ora che la ragazza stava cominciando ad imparare e a tornarmi utile in sala macchine. Perché mi danno un attendente se poi non posso disporne a mio piacimento? E adesso chi posso schiavizzare per la prossima pulitura delle bobine?

Diario di Ysaahi, data astrale 0905.26

Il convegno annuale dello S.T.I.C., proprio qui, sulla Voyager… Ed io, una semplice cadetta denobulana, coinvolta nel comitato organizzatore ed inaspettatamente nominata attendente di una delle più importanti personalità del nostro tempo. Diavolo, ci sarebbe di che essere orgogliosi. Allora perché ho l'impressione che si tratti di una delle solite fregature?

«Stai diventando più disfattista di A.J.» la rimproverò l'amica Chantal, in videoconferenza dalla Terra. «Una volta ti saresti buttata in questa nuova esperienza con più entusiasmo.»

«Una volta non avevo ancora conosciuto il devastante potere del martedì» replicò Ysaahi, punta sul vivo. Effettivamente, la mancanza di entusiasmo con la quale ultimamente tendeva ad affrontare gli eventi inattesi la irritava profondamente. Ma persino lei, alla ennesima bruciatura, aveva imparato a non avvicinarsi troppo al fuoco.

«Sai già chi ti hanno assegnato?» chiese l'amica, sporgendosi verso il monitor, curiosa come suo solito. «Magari è un bel ragazzo…»

«Macché, è un vecchio bacucco.»

«A volte i vecchi bacucchi hanno un certo fascino. Guarda tuo nonno…»

«Non questo, purtroppo.»

«Fuori il nome.»

«Lewis Zimmerman.»

«Lewis Zimmerman? Quel Lewis Zimmerman?« Chantal emise un sommesso fischio di apprezzamento. «Accidenti, che onore…»

«Onore? Chantal, non scherzare. Mi sono documentata: sembra che Zimmerman sia uno dei più grandi figli di buona donna del nostro tempo. E anche dei tempi adiacenti…»

«Andiamo, il diavolo non è mai brutto come lo si dipinge.»

«Il diavolo no, Zimmerman sì. Cosa ho fatto di male per meritare tutto questo? Mi sto impegnando, ho un buon rendimento, ho avuto anche qualche geniale intuizione e, soprattutto, non ho ancora ucciso Beatrix Quinroy. Pensavo di aver diritto ad un po' di tregua e invece…»

«Beh, sai che al peggio non c'è mai fine» disse Chantal, agitandosi nervosamente sulla poltroncina. La cosa non sfuggì all'occhio attento della Denobulana.

«Che c'è ancora?» chiese Ysaahi, con un sospiro rassegnato. Il silenzio della francesina si protrasse per qualche secondo di troppo.

«Non avrai litigato con Mauro?» chiese Ysaahi, con una nota isterica nella voce. Mauro era l'ultima fiamma di Chantal… beh, veramente qualcosa di più che una fiamma, visto che i due avevano recentemente cominciato a parlare di matrimonio.

«Assolutamente no» la tranquillizzò, l'amica, «con lui le cose vanno a gonfie vele. Si tratta di Don Isaac…»

Questa volta fu Ysaahi ad agitarsi sulla poltroncina. Don Isaac era la SUA fiamma, il terzo personaggio sul quale aveva messo gli occhi a scopo matrimonio. «Ha chiesto di me? Ha ricevuto le mie lettere? Ha finalmente deciso di cambiare religione?» chiese speranzosa.

«No, verrà trasferito.»

Le parole di Chantal arrivarono come una doccia fredda lasciando Ysaahi a bocca aperta.

«Trasferito…» mormorò con un filo di voce. «Non è possibile. Quando? Dove? Ma, soprattutto, perché?»

«Fra un paio di mesi, dove non so e in quanto al perché…»

Ysaahi continuava a fissare lo schermo con occhi spenti, lo sguardo perso oltre l'immagine dell'amica, incapace di spiaccicare una parola. Passarono diversi secondi prima che riuscisse di nuovo ad articolare qualche suono.

«Chantal, sono devastata da questa notizia. Mi sento anche vagamente in colpa…»

«E vorrei vedere!» fu la reazione per nulla contenuta dell'amica. «Quante lettere hai mandato al Vaticano? Venti? Trenta?»

«Cinquantaquattro» confessò Ysaahi a bassa voce.

«E ti chiedi perché hanno deciso di trasferire quel poveretto? Avranno pensato che a piede libero abbia già fatto troppo danno. Non mi stupirei se lo rinchiudessero in seminario…»

«Seminario? Che roba è?»

«Una scuola dove un prete insegna ad altri a fare il prete.»

«Che spreco! Don Isaac è fatto per farsi amare dalle folle in generale, e da me in particolare. Credi che una lettera di scuse…»

«Dopo cinquantaquattro invettive contro il celibato ecclesiastico?»

«Allora cinquantaquattro lettere di scuse…»

«Ysaahi, dai retta a me: metti un croce sopra a questa faccenda - il Signore mi perdoni l'irriverente gioco di parole - smetti di dare la caccia a Don Isaac e concentrati sui due candidati che ti rimangono. Hai notizie di Serge e Sean?»

Sentire il nome dei suoi due attuali fidanzati fece tornare il sorriso sul viso di Ysaahi. «Sì, sono sempre tanto carini con me, ogni volta non posso che stupirmi del feeling che si è stabilito tra di noi.»

Il pressante richiamo dell'agenda elettronica richiamò la denobulana ai suoi doveri. «Scusa Chantal, devo andare. Il mio ospite sta per arrivare e devo prepararmi per riceverlo. Questa è l'unica cosa positiva di tutta la faccenda: dovrò indossare l'alta uniforme che, modestamente, mi sta da dio!»

«Allora vai» la esortò l'amica, «ma ricorda di farmi avere presto tue notizie. E cerca di controllarti!» le gridò un attimo prima che la sua immagine sparisse dal monitor. Non capiva esattamente il motivo, ma Ysaahi in balia di Zimmerman la preoccupava più di un cubo borg ai margini del territorio federale.

'Cerca di controllarti un accidente' pensò Ysaahi precedendo il dottor Zimmerman per i corridoi della Voyager, diretta agli alloggi del professore. Era con quell'uomo solo da pochi minuti e già aveva dovuto reprimere parecchi raptus omicidi. Tutto quello che aveva letto su di lui era niente di fronte alla realtà: da quando aveva messo piede sulla nave, Zimmerman non aveva smesso un attimo di lamentarsi e criticare: il viaggio era stato scomodo, il trasferimento dei bagagli problematico, il comitato di ricevimento inadeguato. Come mai il capitano non era presente? E il dottore? Non era forse ansioso di incontrarlo?

«E chi trovo ad accogliermi? Un soldo di cacio con l'uniforme macchiata! Ma mi sentiranno al Comando, o se mi sentiranno.»

Ysaahi aveva inghiottito a vuoto due o tre volte per non rispondergli per le rime. «Il Capitano si scusa ma l'organizzazione dell'evento ha richiesto la sua presenza altrove» spiegò, cercando di conferire alla voce un tono meno tagliente di quello che le sarebbe venuto naturale. «Il Capitano spera che vorrà accettare di cenare al suo tavolo questa sera, come ospite d'onore. Il menu è stato appositamente studiato dal nostro cuoco per soddisfarla.»

Zimmerman sembrò calmarsi. «Molto bene» disse, evidentemente soddisfatto da quelle parole, «faccia sapere al Capitano che accetto il suo invito. E ora devo aspettare ancora molto prima di vedere il mio alloggio?»

«L'accompagno» aveva detto Ysaahi, limitando al massimo il numero di parole. Temeva che più avesse aperto la bocca, maggiore sarebbe stato il rischio che le uscisse qualche parola di troppo.

Ed ora era lì, che contava i sequafu che la separavano dalla porta dell'alloggio dello scienziato. Almeno aveva avuto la buona idea di convocare un uomo dell'equipaggio per quello che chiamava 'il lavoro sporco' o la fatica di trascinare per la nave il pesante bagaglio del dottore sarebbe toccato a lei.

La voce di Zimmerman dietro di lei la fece sobbalzare. «Ehi, Soldo di Cacio, come ti chiami?»

La denobulana pensò seriamente di non rispondere a quella provocazione. «Ysaahi» disse alla fine, facendo violenza a se stessa.

Zimmerman ridacchiò. "Incredibile: ti chiamo Soldo di Cacio e tu rispondi. La stima che hai di te stessa deve essere veramente molto bassa…»

Se la ragazza avesse avuto modo di rispondergli, probabilmente sarebbe finita agli arresti per il resto della vita. Fortunatamente, l'arrivo del Dottore olografico distolse Zimmerman da quello che, al momento, sembrava essere il suo sport preferito, il tiro al bersaglio denobulano: il Dottore si offrì di accompagnare Zimmerman al suo alloggio e questo permise a Ysaahi di ritirarsi prima di commettere uno sproposito.

Sembrava impossibile che qualcosa potesse turbare Ysaahi più della ingombrante presenza di Zimmerman, invece le sue preoccupazioni erano rivolte altrove. Da qualche tempo, a bordo della Voyager, si stavano verificando piccoli incidenti, non gravi nella loro natura ma seccanti in quanto, in qualche modo, sembravano sempre coinvolgere la sua persona. L'alta uniforme sporca notata dall'ospite era solo uno dei tanti: così Ysaahi l'aveva trovata quando, in ritardo come suo solito, era andata nell’alloggio per indossarla. Per quanti sforzi avesse fatto, non ricordava di averla mai macchiata a quel modo. E quando poi? Aveva avuto pochissime occasioni per indossarla ed era certa che fosse pulita quando l'aveva tirata fuori dall'armadietto per appoggiarla sul letto in attesa di indossarla. La vena paranoica che stava sviluppando l'aveva subito indotta a pensare ad un tiro mancino di Beatrix Quinroy, sua compagna di corso ma anche suo tutor e ormai eterna rivale. Ma se anche Beatrix aveva avuto il movente e l'arma, non aveva avuto l'occasione: visti i suoi turni di servizio, non avrebbe avuto il tempo di raggiungere l'alloggio, perpetrare il danno e tornare al suo posto senza essere vista.

Altrettanto misteriosi erano stati i resti di focaccine al brandy sauriano ritrovati in sala macchine: dopo gli avvenimenti della Striker, il fatto che fossero uno dei suoi piatti preferiti era registrato addirittura sulla sua scheda personale e questo non aveva lasciato dubbi su chi fosse il colpevole. B'Elanna Torres le aveva fatto una cioccata coi fiocchi quando le briciole erano entrate in circolo disturbando il funzionamento di uno dei quadri principali e a nulla erano valse le rimostranze della denobulana che, dopo aver rischiato la vita sulla Striker, non poteva vedere le focaccine neanche dipinte. ¹

E poi c'erano stati misteriosi accessi con il suo profilo ad alcune informazioni riguardanti il congresso: non si trattava di informazioni riservate, altrimenti non l'avrebbe passata liscia con la sicurezza, ma la cosa era comunque inquietante, dal momento che Ysaahi non ricordava di aver mai fatto accesso a quelle pagine. Aveva pensato ad un virus e, per sicurezza, aveva cambiato tutte le sue password di accesso: l'episodio non si era più ripetuto ma rimaneva uno degli inspiegabili avvenimenti degli ultimi giorni. Come Serge, che giurava e spergiurava di averle parlato una sera senza che lei ricordasse di averlo fatto.

Paranoica come sempre, Ysaahi aveva subito pensato ad un complotto. Aveva anche ipotizzato un ritorno della sua controparte dell'universo specchio ma gli episodi erano talmente insignificanti e scollegati tra loro da non trovare alcuna spiegazione logica. 'Forse sono solo più distratta del solito' aveva pensato, quando le sue indagini non avevano portato a nulla, 'deve essere colpa dello stress'. Persa nelle sue meditazioni, non si accorse del passare del tempo: aveva appena deciso di approfittare di quel momento di pace per stendersi un attimo e riposare quando il comunicatore trillò inopportunamente. Era la voce di Zimmerman.

«Soldo di Cacio…»

«Professore!» lo richiamò in sottofondo la voce del Dottore.

«E va bene, cadetto… Come si chiama?» chiese l'ospite, rivolto al medico. «Ah, già. Cadetto Ysaahi. Può raggiungermi in infermeria? Avrei bisogno di lei per alcune incombenze.»

«Agli ordini, signore" rispose Ysaahi, in modo impeccabile. Quell'uomo aveva deciso di renderle la vita impossibile? Bene, lei era decisa a fare altrettanto. Sarebbe schiattato di rabbia vedendola non perdere le staffe davanti alle sue provocazioni. Dopo aver indossato la divisa di ordinanza e aver controllato che non ci fossero macchie inspiegabili, si avviò a grandi passi verso l'infermeria.

Il pomeriggio fu un vero inferno. Zimmerman si era installato in infermeria, approfittando degli strumenti e della disponibilità del Dottore per portare avanti alcuni esperimenti. Distratto dal suo lavoro, lo scienziato aveva avuto cose più interessanti da fare che sfrugoliare la sua attendente ma non per questo si era reso meno insopportabile, facendola trottare a destra e a manca per tutta la nave alla ricerca delle cose più strane. Ysaahi, decisa a tenere fede al suo proposito, aveva eseguito ogni incarico con precisione ed efficienza; non aveva ceduto neppure davanti alla pretesa di un particolarissimo piatto betazoide, per il quale aveva dovuto riprogrammare in fretta e furia il replicatore bypassando un paio di codici di sicurezza grazie ai mitici DDT, né alla richiesta di un rarissimo burrocacao al brandy sauriano ², del quale aveva miracolosamente una scorta grazie alla recente passione dell'amica Chantal per i cosmetici di ogni tipo e provenienza, dei quali spesso veniva omaggiata.

«La trovo un po' stanca, Cadetto» disse il Dottore sul finire del pomeriggio, squadrandola con occhio clinico. Ysaahi non replicò, limitandosi a fissarlo con sguardo eloquente. Essere 'un po' stanca' le sembrava il minimo dopo quella allucinante caccia al tesoro anche se la sorpresa che aveva visto dipingersi sul viso dello scienziato quando gli aveva consegnato l'ultimo prodotto richiesto l'aveva ripagata di tutta la fatica fatta.

«Prenda questo prima di andare a dormire» continuò il medico, porgendole un paio di fialette contenenti un liquido verdastro. «Non si preoccupi» aggiunse, vedendo lo sguardo perplesso della ragazza, «è solo un blando sedativo: le procurerà un bel sonno ristoratore così, domani, sarà di nuovo in forze.»

«E ne avrà bisogno» aggiunse Zimmerman. «Domani si apre il congresso e la mia agenda è satura. Briefing con l'organizzazione la mattina, colazione con gli esimi colleghi, conferenza nel pomeriggio, e disponibilità allo stand per le domande del pubblico - la parte che odio di più. Sicuramente dovrò firmare qualche autografo. La voglio a mia disposizione scattante e disponibile» aggiunse con uno strano tono della voce. Ysaahi lo trovò estremamente sinistro anche se l'intenzione dell'uomo probabilmente non voleva essere quella.

«Sarò a sua disposizione, Signore» garantì la denobulana con voce ferma. «Permesso di ritirarmi?»

Zimmerman ci pensò un attimo poi si stinse nelle spalle. «E perché no? E' quasi ora della cena con il Capitano e non è il caso che i bambini siedano a tavola con i grandi. La chiamerò domani appena avrò bisogno di lei.» La liquidò con un cenno della mano, poi si voltò verso il monitor immergendosi nuovamente nei suoi calcoli.

Quando rientrò nel suo alloggio, Ysaahi era furibonda. La rabbia che aveva represso durante tutta la giornata esplose come un fiume un piena e non ci fu oggetto che non volò più volte da una parte all'altra della stanza. Alla fine, esausta, si sedette sul letto e scoppiò in un pianto liberatorio. Era certa di aver fatto tutto quello che ci si aspettava da lei, e sapeva bene che l'ospite aveva una fama di insopportabilità da mantenere - cosa che gli riusciva apparentemente senza sforzo - ma questo non la faceva sentire meglio. Ci vollero parecchi minuti e una doccia calda per riuscire a calmarsi ma, alla fine, il sorriso tornò sul suo viso. Un vuoto allo stomaco le ricordò che era ora di cena ma l'idea di andare in mensa e dover rispondere alle domande dei compagni la atterrì: era troppo stanca per continuare a controllarsi, le sarebbe sicuramente scappato qualche commento inopportuno. Meglio mangiare nella sicura tranquillità del suo alloggio. Anche le comunicazioni con gli amici avrebbero dovuto aspettare: è vero, aveva promesso a Chantal un rapporto dettagliato e moriva dalla voglia di mandare un messaggio a Sean, e a Serge, e ad A.J.. E poi c'era quella lettera di scuse per il Vaticano. Al pensiero di Don Isaac in procinto di andarsene, sentì un nodo stringerle nuovamente la gola. Era troppo. Spense il monitor, puntò la sveglia, bevve d'un fiato l'intruglio del Dottore e si buttò sul letto.

«Computer, spegnere le luci.» L'ultima lampadina non si era ancora spenta che lei stava già dormendo.

Si svegliò riposata come mai in vita sua: si sentiva tranquilla, rilassata, perfettamente in forma. Mentre indugiava sotto le coperte, godendosi il dolce momento del risveglio, il pensiero della giornata con Zimmerman non le sembrò poi così intollerabile. Era incredibile cosa potesse fare una buona notte di sonno. A proposito di Zimmerman, strano che non l'avesse chiamata in piena notte per farsi portare un bicchiere d'acqua. E che non l'avesse buttata giù dal letto ad ora antelucana giusto per farle un dispetto. O che non si fosse presentato alla sua porta con qualche strana richiesta. Una scarica di adrenalina la fece scattare giù dal letto con gli occhi spalancati e i sensi all'erta. Strano, molto strano…

Guardò con ansia crescente l'orologio e per poco non le venne un colpo. Le sedici? Le quattro di pomeriggio? Aveva dormito quasi venti ore filate? Come aveva fatto a non sentire la sveglia? Ma, soprattutto, come mai non era stata ancora chiamata a rapporto?

L'occhio le cadde sulla data e, questa volta, dovette sedersi sul letto per non svenire. Domenica? Erano le sedici di domenica? Ma come poteva essere se era andata a dormire alle venti di martedì? Aveva dormito quasi cinque giorni? Si vestì in un lampo, controllando nel frattempo con altri tre orologi: nessun errore, erano proprio le sedici di domenica. Verificò il log della nave alla ricerca di qualche anomalia ma la vita sembrava essersi svolta normalmente a bordo della Voyager: non solo i registri ufficiali ma anche le chat e i blog erano pieni di messaggi. La Convention si stava svolgendo regolarmente e il sito ufficiale era aggiornato con le foto dei vari eventi e con i testi delle conferenze degli ospiti. Zimmerman stesso aveva parlato in pubblico più di una volta. Come era possibile che non si fosse accorto della sua assenza? Controllò i suoi turni di servizio ma anche qui non trovò nulla di irregolare: quindi non aveva dormito, aveva preso servizio regolarmente. Ma come mai non ricordava minimamente ciò che aveva fatto?

In preda a crescente agitazione spense il monitor e si fiondò nel corridoio. La vita sembrava scorrere tranquilla a bordo della nave: non c'erano allarmi in funzione, nessuna cosa fuori posto e le poche persone che incrociò la salutarono come al solito. Ma cosa diavolo stava succedendo?

Il pensiero corse subito al convegno e ai suoi ospiti: se quella anomalia nascondeva qualche pericolo, il bersaglio doveva sicuramente collegato al prestigioso evento. Le sedici di domenica… Era il momento dell'ultima tavola rotonda, con tutti gli ospiti sul palco a presentare le loro conclusioni e tirare le somme dell'evento, fino al brindisi finale e ai saluti. Quale miglior momento per colpire, con tutte quelle personalità riunite in un unico posto?

Tesa come una corda di violino, Ysaahi si precipitò verso la sala che ospitava l'evento finale. Troppo tardi si rese conto che ci sarebbero state cose più intelligenti da fare, come procurarsi un'arma o avvertire la sicurezza, ma quando entrò come un razzo travolgendo le ultime file di spettatori, quello che vide la lasciò senza fiato.

La conferenza si stava svolgendo normalmente, proprio Zimmerman aveva la parola in quel momento e, dietro di lui, la sua attendente Ysaahi aspettava pazientemente che venissero richiesti i suoi servigi. Il mondo vacillò per un attimo intorno alla denobulana mentre le ipotesi più terribili si materializzavano nella sua testa. Un'altra Ysaahi? Il suo doppio nell'universo specchio, che non aveva più incontrato da quella malaugurata avventura nell'universo parallelo? Ma come aveva fatto ad arrivare fin sulla Voyager, dove gli arrivi e le partenze venivano monitorate con grande attenzione? E poi perché non aveva ancora agito, dopo aver avuto tanti giorni a disposizione? E che interesse poteva avere a sabotare un convegno scientifico?

Il suo, comunque, non era l'unico viso sconcertato: la presenza di una doppia Ysaahi era sotto gli occhi di tutti e il brusio che andava aumentando la diceva lunga sullo sconcerto che regnava nella sala. Solo Zimmerman seguiva quegli eventi con aria divertita. «Cadetto Ysaahi» disse infine al microfono, facendo piombare la platea in un silenzio surreale, «arriva proprio al momento giusto. Venga avanti, venga avanti» disse, invitandola ad avanzare fino al palco. «Stavo giusto illustrando agli esimi colleghi e allo stimato pubblico che i miei ultimi studi sulle tecniche olografiche hanno permesso di raggiungere un tale grado di perfezione nella generazione di ologrammi da renderli indistinguibili dalle forme di vita biologiche. Dal momento che i fatti valgono più delle parole ho pensato di approfittare dell'occasione per portare avanti un piccolo esperimento…»

«Vuol dire» disse il capitano Janeway, interpretando i pensieri dei presenti, «che si è presentato qui stasera sostituendo il cadetto Ysaahi con un ologramma?»

Zimmerman ridacchiò. «Non solo stasera. Sono ormai cinque giorni che l'ologramma di Ysaahi si è sostituito al vero cadetto nella normale routine e nessuno di voi se ne è accorto. La copia è così perfetta da poter sostituire l'originale anche nelle normali funzioni di socializzazione, oltre che lavorative.»

Schioccò le dita, e l'ologramma fece un passo avanti. «Cadetto, qual è uno dei suoi piatti preferiti?»

«Focaccine al brandy sauriano.»

«La sua miglior amica?»

«Chantal LaMou, terrestre.»

«E le tre cose che preferisce dell'Accademia?»

«Le lezioni di ingegneria, le chiacchiere nella RecRoom con gli amici e le serate al Kilowattore.» ³

Zimmerman si voltò verso Ysaahi come a chiedere conferma ma la denobulana era una statua di sale. Adesso si spiegava tutti quei piccoli incidenti, le persone che dicevano di averla vista dove non era mai stata, le cose che non ricordava di avere fatto: dovevano essere tutte prove di Zimmerman, portate avanti con la complicità del Dottore olografico. Tra il pubblico, il brusio riprese a crescere. Gli occhi di Janeway fiammeggiavano. «E lei, Cadetto, sapeva…»

«Il cadetto era all'oscuro di tutto» la zittì Zimmerman, infastidito da quella interruzione, «ha dormito saporitamente nel suo alloggio per tutta la durata dell'esperimento. Ho avuto bisogno della collaborazione del Dottore per metterla fuori combattimento e per recuperare alcune informazioni sul profilo medico e psicologico della cavia, collaborazione che, ovviamente, non mi è stata negata vista l'importanza scientifica di ciò che intendevo dimostrare.»

Il Dottore si agitò nervosamente sulla sedia quando il Capitano lo fissò con aria tutt'altro che benevola. «Con lei faremo i conti più tardi…» sussurrò, con voce gelida.

«Bene» concluse Zimmerman, godendosi il trionfo. «La trattazione teorica l'avete ascoltata. L'evidenza sperimentale è sotto i vostri occhi. Posso concludere senza tema di essere smentito che a tecnologia olografica ha raggiunto risultati al limite della perfezione, modestamente anche grazie al mio costante e prezioso contributo. Lascio ad altri il compito di regolamentare la posizione giuridica di quelle che non esito a definire vere nuove forme di vita.»

Non senza imbarazzo, la platea tributò allo scienziato l'applauso che si aspettava ma ci pensò Ysaahi, a spegnere il suo sorriso soddisfatto, raggiungendo il palco e assestandogli un destro e un sinistro in pieno viso.

«Uno da parte dell'ologramma e l'altro da parte della forma di vita biologica» disse con soddisfazione, vedendolo cadere al tappeto.

Nessuno dei presenti intervenne per fermarla.

Quando, il giorno dopo, fu convocata nell'ufficio del capitano, Ysaahi temette il peggio.

«Si renderà conto, Cadetto, che prendere a pugni uno dei più importanti scienziati del nostro tempo, è una cosa riprovevole; e farlo ad un convegno trasmesso in diretta su tutti i mondi della Federazione è pure stupido.»

Janeway aveva una espressione estremamente severa, l'occhio freddo, la voce dura. In piedi davanti a lei, la denobulana si sentiva un verme.

«D'altra parte» aggiunse il capitano, distendendo i lineamenti e abbozzando un mezzo sorriso, «non posso fare a meno di considerare il riprovevole comportamento del professor Zimmerman e il discutibile operato del Dottore. Ha veramente molte attenuanti dalla sua parte…»

Ysaahi prese un po' di coraggio. «Sono molto dispiaciuta di aver perso la testa a quel modo. Non si ripeterà.»

Janeway annuì. «Ne sono certa. Passerà un giorno confinata nel suo alloggio e farà doppi turni in ingegneria per il resto della settimana ma sulla sua scheda mi limiterò ad una nota di biasimo.»

Il capitano non poteva esimersi dal prendere provvedimenti disciplinari di fronte ad una aggressione in pubblico ma Ysaahi si rese subito conto di quanto leggera fosse la punizione. «Grazie, Capitano!» disse semplicemente.

La donna le si avvicinò, mettendole una mano sulla spalla. «Forse dovrei essere io a ringraziarla, Cadetto: in fondo, ha fatto quello che molti di noi avrebbero voluto fare da tempo. E adesso vada a riposarsi.»

Ysaahi si precipitò nel suo alloggio: moriva dalla voglia di raccontare quell'avventura ai suoi amici!

 

Note

¹   Paletto numero 1: il superiore di Ysaahi le dà una lavata di capo per colpa di un incidente.

²   Paletto numero 2: Ysaahi deve cercare un burrocacao al brandy sauriano per l’ospite.

³   PaLotto di Pardan: Ysaahi elenca le tre cose che le piacciono di più dell’Accademia!


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