Le parole compaiono sulla meridiana di E. A. d'Albertis, del 1919, posta sulla facciata meridionale dell'Istituto Idrografico della Marina.
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Sotto la data, l'iscrizione ALMAE MATRI ITALICAE GENTIS RESTITUTIONIS ANNO, ossia "Nell'anno della restituzione dell'italica gente all'Alma Madre".
Sotto lo gnomone, HORA IUSTITIAE.
In basso, A PROPUGNACOLO OLIM / NUNC COELI MARISQUE SPECULA / ACCIPE HORAM,
ossia "da [quello che era] un fortino in passato, ora specola del cielo e del mare, ricevi l'ora".
E' un esplicito riferimento all'attività di determinazione e distribuzione dell'ora ai naviganti e alla popolazione, svolta presso l'osservatorio astronomico situato nell'Istituto Idrografico, che era stato precedentemente una semplice fortezza.
Enrico Alberto d'Albertis (1836-1932), un uomo eclettico: prima ufficiale di Marina, fu viaggiatore e navigante instancabile, ripercorse le rotte di Colombo, scrisse relazioni di viaggio avvincenti come romanzi d'avventura, con i suoi souvenir contribuì alla creazione del Museo civico di Storia Naturale, fu definito da Edmondo De Amicis un girovago pintor di meridiane per la passione che lo spinse a costruirne nel suo castello e dovunque andasse, fu tra i fondatori dello Yacht Club Italiano.
D'Albertis fu costruttore di 106 meridiane, di cui 22 in Liguria, altre in Piemonte, Val d'Aosta e Toscana - le sue regioni preferite - altre ancora in località termali, alcune all'Estero, svariate dedicate ad amici illustri. Ogni meridiana è legata da un'epigrafe al luogo e alle circostanze in cui fu realizzata, e molte sono quelle in zone di guerra, con riferimenti patriottici agli eventi bellici.
Le notizie sono prese dal sito Sulla Cresta dell'Onda.